martedì 27 agosto 2019

San Valeriano: un culto da ripristinare


San Valeriano martire, nato nel 177 e morto presumibilmente nel 229, fu marito di Santa Cecilia, che, prima di essere martirizzata ella stessa, diede pietosa sepoltura al marito e ai santi Tiburzio e Massimo sulla via Appia a Roma.

E' ancora oggi considerato patrono secondario della città e della diocesi di Carpi, il titolo di patrono principale gli fu tolto nel 1643 a favore di S.Bernardino da Siena.

Le sue spoglie dovrebbero essere state traslate dalla via Appia alla Basilica di S.Cecilia, anche se non è chiaro in quale luogo non essendovi sepolcri o iscrizioni ad indicarlo. Quindi il busto conservato nella Cattedrale di Carpi, nell'omonimo altare del transetto destro, assume una notevole importanza devozionale. I carpigiani gli diedero nell'immediato il titolo di San Valeriano da Carpi.

Nei secoli è stato un culto molto importante: si veda le statue in sua memoria sia sulla facciata della cattedrale che in uno dei quattro pilastri della cupola, nonchè ulteriori reliquiari e dipinti a testimonianza di una forte devozione. Veniva celebrato un triduo e una messa solenne.

Intitolati a lui erano anche i Prati di San Valeriano appena fuori le mura, dove oggi sorge il Parco delle Rimembranze.

San Valeriano è stato a lungo invocato nei secoli scorsi, con diverse testimonianze fino al XIX secolo, in occasione legate al clima e alle necessità agricole: in particolare contro le tempeste ma anche per chiedere la pioggia nei periodi di siccità.

Non è ben chiaro come un culto così strutturato poi sparisca dalla vita della chiesa locale e dal calendario liturgico proprio. Tuttavia si sa, i tempi cambiano. In ogni caso ripristinare il 14 aprile nel calendario diocesano sarebbe non solo rendere merito alle opere di Dio attraverso questo santo ma anche valorizzare una tradizione secolare e un affetto verso i nostri padri.


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