San Possidonio

La storia di s. Possidonio è una di quelle che fanno impegnare molto gli agiografi, per il contrasto esistente delle poche notizie, l’identificazione e sovrapposizione con altro santo omonimo, l’incertezza delle date; comunque tutto questo è superato dalla forte devozione che il popolo dei fedeli di Mirandola e del suo ex ducato, hanno da secoli tributato a questo santo.
In una cronaca medioevale della chiesa di S. Pietro di Reggio Emilia, si legge che il vescovo Azone (sec. IX) per concessione dell’imperatore Lodovico il Pio (778-840), trasferì dall’Apulia (antica regione d’Italia, comprendente la Puglia, la Penisola Salentina e il Beneventano) a ‘Curtis Latiana’ (nei pressi di Mirandola nell’Emilia), il corpo del santo presbitero Possidonio.
In un ‘lezionario’ del secolo XIII appartenente alla basilica di S. Prospero di Reggio Emilia, si leggeva che Possidonio era di nazionalità greca e oriundo di Tebe.
Dal 1500 in poi, contro la tradizione medioevale, si cominciò a parlare delle reliquie del santo Possidonio venerate a Mirandola, come quelle del vescovo di Calama in Numidia, Possidio, discepolo e collaboratore del grande s. Agostino; il quale scacciato dalla sua sede da Genserico, re dei Vandali, nel 437, andò in esilio nell’Apulia dove morì e da qui nel secolo X il suo corpo fu trasferito prima in Germania e poi a Mirandola.
Nonostante molte coincidenze non c’è nessuna prova che si tratti dello stesso personaggio, a parte l’assonanza dei nomi.
A Mirandola, la festa di s. Possidonio è celebrata il 16 maggio, al tempo della Signoria dei Pico (1354-1708), il culto ebbe un notevole sviluppo, attualmente è abbastanza ridotto.

E' patrono dei comuni di Mirandola e di San Possidonio, in provincia di Modena
I suoi resti mortali sono custoditi presso la Parrocchia dell'omonimo comune.


Statua del Santo


Interno della Chiesa parrocchiale di San Possidonio

La chiesa parrocchiale domina con la sua mole il piccolo centro di San Possidonio, impreziosendone la piazza con la monumentale abside e l'elegante campanile costruito tra il 1740 e il 1748. L'elegante facciata volta a ponente insiste su via Malcantone e ha di fronte la settecentesca Villa Varini. Una gradinata immette nella chiesa, il cui pavimento è sopraelevato rispetto alla piazza, in quanto esiste un vano sotterraneo che funge da cripta dedicata ai caduti. La chiesa attuale fu costruita tra il 1764 e il 1794 col concorso dei parrocchiani e la volontà del marchese Achille Tacoli, feudatario di San Possidonio. Edificata su disegno di Francesco Iori di Reggio Emilia, sorge sul luogo di una chiesa matildica semisepolta dalle alluvioni del fiume Secchia. Durante i lavori di abbattimento dell'antica costruzione e gli scavi per le fondamenta della nuova, furono rinvenute a più di sei metri di profondità, le reliquie di San Possidonio che ora sono conservate nella chiesa.

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